L’uso degli sportelli bancomat si riduce drasticamente: cosa cambierà nel prossimo futuro

L’uso degli sportelli bancomat si riduce drasticamente: cosa cambierà nel prossimo futuro

Lorenzo Fogli

Dicembre 17, 2025

Negli angoli più sperduti e nelle valli italiane meno frequentate, scovare un bancomat che funzioni è diventato un vero grattacapo quotidiano. Negli ultimi anni, gli sportelli automatici si sono drasticamente ridotti. Così, un’operazione semplice – tipo il prelievo di contanti – si trasforma spesso in una piccola impresa da organizzare bene. Le tecnologie digitali avanzano a grandi falcate, ma tanti cittadini – specie i meno avvezzi – continuano a preferire il contante. Da un lato, cresce l’uso dei pagamenti elettronici. Dall’altro, si fa largo un problema: l’abbandono progressivo dei servizi bancari tradizionali sul territorio, che rischia di lasciare intere zone senza assistenza.

Prelevare denaro non è più un’azione banale per tutti. E questo spiega tante chiusure di sportelli automatici, non a caso. Dai pagamenti con carta contactless all’uso di app, per milioni la quotidianità è cambiata parecchio. Però ci sono ancora situazioni in cui il contante resta imprescindibile, soprattutto per chi non si adatta facilmente al digitale.

La questione, però, non è solo locale o passeggera: si inserisce in un quadro più ampio, quello della lenta, ma costante, riduzione delle filiali bancarie. Negli ultimi dieci anni sono sparite migliaia di sedi fisiche, e ciò sta cambiando il rapporto tra banche e comunità. Diversi tecnici del settore, in video e testimonianze, raccontano di come questo cambio impatti soprattutto quei territori dove la presenza concreta della banca è ancora vista come un valore insostituibile.

Le banche tagliano i costi, il territorio resta scoperto

Le maggiori banche italiane hanno preso una strada chiara negli ultimi anni: ridurre gli sportelli automatici per abbattere i costi e spingere gli utenti verso il digitale. Degli oltre 11.000 sportelli chiusi dal 2018, si parla di un taglio superiore al 20% della rete esistente. Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banco BPM guidano questa politica, con altri stop già programmati fino al 2025.

L’uso degli sportelli bancomat si riduce drasticamente: cosa cambierà nel prossimo futuro
Una persona digita sul tastierino di un bancomat, mentre l’uso diminuisce e trovare sportelli automatici diventa difficile. – altavalledelsabato.it

Gli effetti sono particolarmente visibili fuori dalle grandi città. Lì, trovare un bancomat di quartiere spesso significa mettere in conto viaggi di parecchi chilometri. A complicare le cose, commissioni più alte per prelievi fuori rete e le lunghe file che rallentano l’accesso al contante. Dalle zone montane a quelle rurali, l’accesso limitato diventa un vero e proprio ostacolo per chi non ha altre possibilità di pagamento—un guaio non da poco per chi deve fare la spesa o affrontare spese impreviste.

Alcuni sindaci in piccoli comuni già alzano la voce: vogliono evitare la nascita dei cosiddetti “cash desert”, territori senza sportelli o servizi bancari adeguati. Tutto sommato, Poste Italiane – che ha cominciato a diffondere gli sportelli Postamat – prova a tamponare la situazione, ma resta ancora insufficiente. Nelle città non si sente molto, ma la carenza di sportelli resta un grosso limite nelle aree più isolate.

Pagamenti digitali e nuovo equilibrio con il contante

Lo sguardo ai numeri negli ultimi dieci anni spiega molto: la quota dei pagamenti elettronici nel commercio fisico si è quasi raddoppiata, superando il 68% delle transazioni. Contactless e il limite senza PIN portato a 50 euro hanno fatto sì che si usino questi metodi anche per piccole spese. Diciamo il caffè o l’abbonamento al bus, per esempio.

Le grandi catene hanno abbracciato il digitale quasi subito. Nelle zone più piccole, la diffusione è più lenta. Le commissioni POS scoraggiano un po’: tra lo 0,5% e l’1,5% a operazione, impongono un costo agli esercenti e spesso frenano l’accettazione di carte. Così il digitale non si espande ovunque allo stesso modo, mantenendo ancora una fascia di popolazione che si affida al contante.

Un altro dato gravido di conseguenze riguarda le filiali: tra il 2013 e il 2023, circa 7.000 sedi sono state chiuse. Chi ne soffre di più? I clienti meno “digit-friendly”, che hanno bisogno di assistenza di persona. Ecco nascere un rischio concreto – la esclusione finanziaria – su cui istituzioni e operatori oggi riflettono parecchio.

La sfida digitale e il ruolo del contante nelle famiglie

Il progetto europeo sull’euro digitale avanza, e con la progressiva sparizione degli sportelli bancomat cambiano anche le abitudini di gestione del denaro domestico. Alcune banche fanno pagare le commissioni per prelievi fuori dalla propria rete: si parla di un costo medio tra 1 e 2 euro, oltre una certa soglia mensile. Altre spingono a usare il digitale con incentivi vari.

Può essere utile – soprattutto per chi si affida ancora al contante – monitorare i prelievi: meglio evitarne tanti piccoli, soprattutto se inferiori ai 50 euro, e leggere bene i contratti per evitare spese extra. Scegliere circuiti alternativi come i Postamat o sportelli condivisi tra banche locali può aiutare, in certi territori.

Un suggerimento pratico e spesso ignorato: tenere in casa una piccola scorta di contante. Serve davvero, in casi di emergenza o problemi tecnici che bloccano le transazioni elettroniche. Chi vive nelle grandi città forse non ci pensa, ma in zone meno attrezzate può essere decisivo.

Insomma, la vera sfida è trovare un equilibrio tra la rivoluzione digitale e il diritto – quasi un bisogno – di avere subito accesso al denaro fisico. Le reti bancarie cambiano, così come i metodi di pagamento, e con essi si ridefinisce anche il rapporto sociale con il denaro nelle tante comunità del Belpaese.

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